
La popolazione italiana invecchia e bisogna rispondere al bisogno di assistenza familiare facendo aumentare gli ingressi di extracomunitari per il lavoro domestico: lo sottolinea Assindatcolf che, nel corso della giornata internazionale sul lavoro domestico (16 giugno), ha presentato una ricerca con il centro Idos secondo la quale nel 2028 saranno necessari circa 86mila domestici in più rispetto al 2025 (di cui circa la metà extracomunitari).
Serviranno quindi politiche migratorie mirate che consentano alle famiglie di poter avere un aiuto per la cura degli anziani
“Quella non comunitaria – afferma Andrea Zini, presidente di Assindatcolf – rappresenta la componente chiave per coprire il fabbisogno aggiuntivo di lavoratori domestici. Ma poiché si tratta di personale non ancora presente in Italia è fondamentale organizzarsi tempestivamente, prevedendo nella prossima programmazione triennale 2026-2028 dei Decreti Flussi una quota minima annuale di circa 14.500 unità da dedicare all’assistenza domestica e familiare, che potrebbe elevarsi fino a un massimo di 18mila unità l’anno, in linea con le quote del 2025. A tal riguardo chiediamo che l’intermediazione tramite associazioni di categoria, finora consentita solo per le quote extra destinate alle badanti che assistono persone over 80 o disabili, sia almeno in parte prevista per tutte le mansioni, a garanzia di un corretto completamento delle pratiche, fino al rilascio del nullaosta”